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sabato 7 settembre 2013

GUARDATEVI NEGLI OCCHI



I social sono lo specchio della falsità che regna nella società oggi; ecco perché spesso, se usati male sono molto pericolosi.
Persone che nella vita quotidiana hanno difficoltà a relazionarsi per insicurezza o blocchi di diversa natura, si trovano in contatto con altre che, nel proprio profilo, scrivono e pubblicano pensieri che non fanno minimamente parte della loro personalità e vita reale.
Molta gente si costruisce personaggi di fantasia al fine di attirare la stima degli altri riuscendo spesso a dare una perfetta idea di se.
Avrete constatato anche voi, tra le vostre amicizie concrete, che la donna meno seria ed onesta o l'uomo più irrispettoso e falso hanno delle bacheche dove tutto splende di onestà, altruismo, romanticismo e fedeltà.
Io ho molti contatti sui social e vi assicuro che di persona ne conosco parecchi, ecco perché sovente mi trovo a bocca aperta davanti a certi stati che scorrono nella home.
Il pericolo è grande perché tante persone splendide e fragili cadono nelle trappole di questi ipocriti sperando di aver trovato la donna perfetta o il principe azzurro o la fonte di guadagno facile.
Cercate le amicizie e i partner al di fuori dei social, uscite di casa, fate sport di gruppo, andate a bere un aperitivo e partecipate alle feste; fate la spesa, passeggiate e chiacchierate con la gente!!

Non potete rimanere in casa davanti ad uno schermo a gestire la vostra vita dalla A alla Z !!!

I social, secondo il mio punto di vista, sono fondamentali in soli 3 casi:

- farvi pubblicità (gratuita) che può aiutarvi moltissimo in ambito lavorativo mettendovi in contatto con tantissime persone del vostro settore (il mio blog TheFashionShaker e il brand Notsnob59 grazie ai social hanno avuto un incremento di followers pazzesco)
- darvi la possibilità di seguire la vita degli amici (reali) che vivono lontani dalla vostra città o paese
- permettervi di trovare pagine e gruppi dedicati ai vostri hobby preferiti

Sono invece pericolosi ed inutili in questi casi:

- se cercate l'amore attraverso le parole e i link che pubblicano persone che non conoscete 
- se passate le giornate a guardare le bacheche delle persone che meno stimate
- se i vostri stati sono sempre (occasionalmente può capitare) riferiti in modo malvagio agli altri
- se cercate guadagni facili

Un ritorno ai valori è indispensabile, la diffusa depressione è proprio legata alla mancanza di concretezza e certezze.
Tornate a guardarvi negli occhi, a presentarvi, a dialogare e passeggiare; 
per tutto il resto....ci sono i social network ;-)




giovedì 11 luglio 2013

CHIARA BONI E LA PETITE ROBE


TheFashionShaker: Ciao Chiara, raccontami in poche parole il tuo avvicinamento alla moda fino ad arrivare al salto di qualità che ti ha donato la fama di stilista affermatissima. 
Chiara Boni: La mia passione per la moda nasce da bambina. Ho frequentato per tanti anni con mia madre, donna di estrema eleganza, atelier e sartorie, l’osservazione mi ha svelato in modo naturale i segreti del corpo femminile e mi ha invogliata a valorizzarlo con un design cedevole alla morbida interpretazione delle forme. Dall’esperienza stilistica di  “You Tarzan, Me Jane”, la boutique-di-rottura aperta nel 1971 a Firenze, il salto di qualità è avvenuto nel 1985 con  l’ingresso nel GFT. Il Gruppo Finanziario Tessile produceva allora prestigiose collezioni di prêt-à-porter femminile, maschile e sportswear firmate da stilisti di assoluto valore internazionale quali Ungaro, Armani e Valentino.
TheFashionShaker: quali sono gli eventi più importanti che porti sempre nel cuore legati alla tua professione? 
Chiara Boni: Dopo l’immersione nelle suggestioni avveniristiche della Swinging London ci fu la nascita di “You Tarzan, Me Jane”: la mia risposta ribelle al formalismo della Moda Italiana che, a quei tempi, imponeva rigore ed essenzialità; 
Successivamente, l’incontro rivoluzionario con Marco Rivetti Ad del Gruppo Finanziario Tessile. L’occasione mi venne offerta da una festa durante la quale Laura Bernabei, ai tempi PR del Gruppo GFT, nell’imbarazzo di una possibile scelta tra le tre prestigiose etichette che promuoveva, preferì indossare un mio abito; 
Infine, la nascita del ‘pocket-chic’ de La Petite Robe (Facebook La Petite Robe di Chiara Boni ) , punto di arrivo della mia sperimentazione sui materiali che dura da tutta una vita.

Londra Anni ’70. Le suggestioni della Swinging London che hanno
provocato la  ‘rivoluzione del guardaroba’ di Chiara
Il primo compleanno del Gruppo Finanziario Tessile
 Marpessa Hennink nellla sfilata Chiara Boni P|E 1989 sempre con il GFT

TheFashionShaker: Durante una nostra chiacchierata nel tuo show room a Milano mi parlavi di un "cambio di percorso" che ti ha impegnata qualche anno. Spiegaci cosa è successo.
Chiara Boni: Sono arrivata a diventare Assessore per l’Immagine e la Comunicazione con particolare riferimento allo sviluppo delle Nuove Tecnologie Informative per la Regione Toscana, dal 2000 al 2005, proprio mentre stavo per vendere casa a Firenze. Un’amica, allora vice-Presidente, Marialina Marcucci, sfruttando l’opportunità di veder presenti, in giunta, personaggi della società civile, parlò di me al presidente Claudio Martini. Così io e l’avvocato Carla Guidi, di Lucca, ci ritrovammo coinvolte in quest’avventura incamminandoci con entusiasmo sulla strada dell’innovazione. È stata una bellissima esperienza che ho affrontato con dedizione. Penso che la società civile, quando è chiamata, dovrebbe offrire il suo contributo e sapersi ritirare immediatamente dopo, senza divenire un addict della politica.
TheFashionShaker: Vuoi svelarci qualche progetto futuro? 
Chiara Boni: Ho intenzione di ‘conquistare’ l’America! Il passaparola de La Petite Robe ha ottenuto in modo spontaneo grandi risultati oltreoceano ed è per me motivo di ulteriore e continuo impegno. Vivo proiettata al futuro, il ‘da farsi’ mi appassiona e mi coinvolge.


Abito Irmina di "La Petite Robe" di  Chiara Boni per editoriale su How Cool
Abito Palmira di "La Petite Robe" di  Chiara Boni per editoriale su How Cool
TheFashionShaker: Ne approfitto per ringraziarti pubblicamente per avermi dato la possibilità di inserire due capi meravigliosi, della collezione AI 2012-13 firmati "La Petite Robe", in un editoriale dove ho lavorato come stylist nel 2012 con il fotografo Luca Patrone per la rivista How Cool.
E' stato emozionante ritirare il sacchetto con scritto: "Per Alessandra stylist".
Avere la possibilità di interagire con una stilista ai tuoi livelli grazie ad un social network non capita tutti i giorni.
Quanto ti arricchisce l’avvicinamento ai tuoi fans in un social network? Dimostri grande umiltà e dolcezza quindi significa che trai energia positiva da chi ti stima, o sbaglio?
Chiara Boni: Facebook è il modo in cui metto in circolo le impressioni quotidiane che influenzano il mio pensiero ed il mio lavoro, il modo in cui entro in contatto con le impressioni che influenzano l’immaginazione ed il lavoro degli altri, il modo in cui posso azzerare le distanze con i miei ‘amici’ ed intrecciare le nostre prospettive. Ho voluto che il mio Profilo FB rimanesse tale e non diventasse una pagina ricambiando l‘affettuosità e la presenza di chi passa ogni giorno a salutarmi  con una personale seppur veloce risposta.

ADV P|E 2013 de La Petite Robe
Back-Stage della P|E 2008 de La Petite Robe con Chiara Gamberale
testimonial di quella prima collezione

TheFashionShaker: Siamo arrivate alla fine della nostra intervista e, come faccio con tutti i personaggi, ti chiedo  cortesemente di descrivere con tre aggettivi il mio blog e, di dedicarmi un tuo scatto :-)
Chiara Boni: Spumeggiante, eclettico, pop!


Chiara con i suoi pelosetti Lampone & Bisonte in uno scatto per TheFashionShaker

TheFashionShaker: Grazie Chiara, non potevi dedicarmi immagine più bella.
Chiara Boni: Grazie a te Alessandra.